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Più volte, tra il 1869 e il 1880, l'illustre storico tedesco Theodor Mommsen giunse a Torino per completare le proprie ricerche di epigrafia latina: in città egli trovò l'ambiente giusto per condurre con profitto gli studi, grazie alla presenza di istituzioni culturali di buon livello e all'aiuto di intellettuali di valore. Tra questi, il più prezioso fu senz'altro Carlo Promis, professore di Architettura, ispettore alle Antichità, studioso di epigrafia latina: tra di loro si instaurò una collaborazione scientifica proficua che si può cogliere attraverso la lettura delle numerose lettere che i due si scambiarono per molti anni. Attraverso il carteggio tra i due studiosi è possibile seguire la creazione delle pagine piemontesi del "Corpus Inscriptionum Latinarum", la monumentale raccolta di iscrizioni di età romana promossa dall'Accademia delle Scienze di Berlino e condotta da Theodor Mommsen: tale opera impose agli antichisti torinesi un confronto con le metodologie di ricerca storica e filologica tedesche che segnarono per sempre il destino degli studi classici e trasformarono l'epigrafia latina in scienza storica. Le lettere dettagliano anche il ruolo delle istituzioni culturali torinesi impegnate nella scoperta, nel recupero e nella valorizzazione delle antichità: accanto alle istituzioni si muoveva un mondo di studiosi, professori, accademici delle scienze, collezionisti, ma anche religiosi, diplomatici e librai, che facevano di Torino la "capitale degli studi seri".